Uno dei divertimenti popolari più in uso fino verso la fine del secolo scorso, fu certamente il salto dell'oca che poteva farsi sul Ticino oppure in terra ferma. Nel primo caso, dopo di aver tesa una fune attraverso un arco del ponte, vi si appendeva per i piedi un'oca viva in modo che la sua testa distasse dal pelo dell'acqua poco più di tre metri. I concorrenti, da una barca in movimento secondo la direzione della corrente, dovevano, spiccando un salto colpire con un falcetto di cui erano armati, l'oca stessa fino alla sua uccisione. Avveniva che almeno nove volte su dieci, o per lo spostamento della barca o per un movimento falso dei concorrenti, il bersaglio non venisse colpito, con grande spavento per il pennuto, con un conseguente bagno del saltatore e divertimento grande del pubblico che, numerosissimo accorreva, ad assistere al giuoco, dal ponte o dalle rive del fiume. I concorrenti, tutti nuotatori provetti, si cimentavano uno dopo l'altro; i salti si ripetevano un gran numero di volte e veniva dichiarato vincitore colui che fosse riuscito a spiccare dal busto la testa dell'oca uccisa, a meno che gli spettatori, impietositi dalle sofferenze della vittima non avessero col loro grido di basta, messo fine al barbaro spettacolo.
Se il giuoco, invece che sull'acqua veniva eseguito in terra ferma, i concorrenti dovevano camminare, generalmente di corsa per prendere l'abbrivio per il salto, lungo un albero da cuccagna posto orizzontalmente e provvisto ad una estremità (precisamente quella corrispondente alla posizione dove era sospesa l'oca), di un grosso cilindro girevole attorno all'albero stesso. Questo albero veniva disposto a qualche metro di altezza dal suolo, e siccome il cilindro girava molto facilmente sotto i piedi del saltatore, costui ben difficilmente riusciva a spiccare il desiderato salto per raggiungere l'oca, e finiva il più delle volte per cadere sopra della paglia appositamente sparsa sul terreno allo scopo di attutire il colpo. Per il rimanente il giuoco era in tutto uguale a quello precedentemente spiegato.