... i mestieri                                                 Cava Manara
 
 

'l Méstar

Come Genova, Venezia, Amalfi, ed altre città marinare ebbero in grande conto i «maestri» che con i loro accorgimenti seppero preparare ed acconciare i legni che dovevano portar alto sui mari il prestigio della Superba, della Serenissima e di altre comunità, così Pavia, città eminentemente fiumarola potè sempre vantare anche in questo campo una maestranza di primissimo ordine. L méstar non può avere un laboratorio chiuso, lavora sotto un portico e il più delle volte, quando la barca che sta costruendo o riparando è di grandi dimensioni il cantiere è la riva stessa del fiume, le cui acque sono lì pronte ad attendere in un possente abbraccio la nuova unità della sua minuscola flotta. Lavorando all'aperto, senza un recinto che ne delimiti lo spazio, l méstar, che logicamente è anche il calafato si trova spesso circondato da curiosi che stanno ad osservarlo, è psicologo per natura, sapendo che i ciàciar e i candilér ad làgn i a ciàpan nànca a l mont ad pietà (le chiacchiere e i candelieri di legno non li accettano neanche al monte prestiti), in quel Monte Prestiti sorto in Pavia per iniziativa del Beato Bernardino da Feltre fino dal 1400, appunto per il loro nullo valore, è sempre ben disposto a scambiare qualche parola o a raccontare qualche barzelletta, tra un colpo di ascia e un chiodo, o fra un garsö da stupa piantà in t una fissüra o n culp ad pegulòn (specie di grosso pennello che si usa per impegolare le barche) pasà in s'una giònta.
Ed a proposito di barzellette quante volte, bambini ne sentimmo, e come ci piaceva sempre sentirla quella della famosa lampada di California. Già, perché uno dei vecchi calafati pavesi asseriva con matematica sicurezza, che la migliore barca da lui costruita era stata portata fino in California, ove serviva per una servizio divino tutto particolare. Sicür, parchè, bsògna savè che in tal Dom ad Califorgna (per lui la California era una città) esiteva una lampada ad olio di dimensioni tali che per arrivare al lucignolo, un barcaiuolo, buon rematore, partendo dal bordo della lampada che poteva paragonarsi alla riva di un laghetto, impiegava 35 minuti (non uno di più o di meno) di barca e che quella barca, una barbutina (barchetta a fondo piatto e a prora aperta) cui fiòch (e lì uno schiocco contemporaneo di dita e di' lingua) era uscita proprio nuova nuova dalle sue stesse mani e da quelle del suo aiutante. Aiutanti ne cambiò parecchi ma nessuna variante venne introdotta mai nella storiella. Ed a proposito di méstar quante volte a pochi passi di questi cantieri improvvisati non capitava di vedere, seggiolino aperto sotto l'ombrellone e cavalletto a trespolo impiantato, qualcuno dei grandi maestri della pittura ottocenteschi di cui Pavia poteva vantare?
Ezechiele Acerbi artista personalissimo e veritiero come pochi, che dallo zio Pasquale Massacra aveva ereditato la tecnica del colore e la poesia del dipingere, Erminio Rossi il popolare Cipio, fuoriscalmista di valore e pittore aristocratico di grande fama, poeta del suo Ticino del quale seppe cantare su tutti i toni le bellezze e le armonie delle meravigliose lanche, Romeo Borgognoni professore, signore nel gesto e nella parola, non si sa se meglio ammirato per lo spirito squisitamente gentile di artista fine e delicato, o per la francescana bontà con la quale impartiva l'insegnamento del disegno e della pittura.
Méstar, maestri tutti, chi di ascia, chi di colore, chi di bontà e chi di gentilezza, al vostro ricordo noi ci inchiniamo riverenti. Intanto il calafato lavora, opera e produce, tenace ed infaticabile come l'edera perseverante, tutti i giorni un passo, tutti i giorni una fatica, ma piano piano, con una lentezza magari impressionante, a poco a poco, tavola su tavola, costola su costola, chiodo su chiodo, da poppa a prua, dal fondo alla scalmiera, un bel giorno la barca, barbòta o barcé, batèla o mutaiö, nàv o sarcin, sarà pronta a scendere vittoriosa fra le spume dell'azzurro fiume, e come nuovo grano di un interminabile rosario, andrà ad arricchire, insieme col giusto orgoglio del modesto artigiano, anche l'economia sana e vitale dell'industria dei trasporti fluviali.